La Pietra Filosofale

 

 

 

 

Mito o realtà?

Tradotto per voi da "Le monde inconnù"

di Frederic Lionel

La pietra filosofale e in generale la pietra, riveste un ruolo particolare nella storia dell'umanità.

Il mito greco di Deucalione ci  mostra come Zeus esortasse il vecchio a lanciare pietre dietro di sé per risuscitare l'umanità sterminata da un diluvio voluto per castigare l'umanità corrotta.

Mosè fece scaturire l'acqua da una roccia e i dieci comandamenti furono scolpiti su di essa.

Fu su una tavola di smeraldo, pietra dai verdi riflessi che simboleggiano le forze della natura, che gli Ierofanti incisero le parole sibilline di Hermes Trismegisto, il tre volte grande:

"COME IN ALTO COSI' IN BASSO".

Gesù qualche secolo dopo dice: "PIETRO, SU QUESTA PIETRA IO COSTRUIRO' LA MIA CHIESA", rivolgendosi a Simone che Egli chiamerà CEPHAS, che in greco vuol dire pietra.

Nella Bibbia si afferma che Giacobbe posò la testa su una pietra prima di fare il sogno nel corso del quale gli fu rivelato il destino del suo popolo. Chiamò quella pietra "BEITH-EL" (la casa del Signore, Beith è anche la seconda lettera dell'alfabeto ebraico e significa BOCCA).

La Kaaba è una pietra e milioni di fedeli islamici si voltano verso di Essa durante le loro cinque preghiere giornaliere.

Si potrebbero aggiungere i "dolmen" a questo elenco, oltre alle pietre rimosse dalla civilizzazione megalitica, i Menir. Senza parlare delle pietre curative.

Ci si domanda allora per quale ragione la PIETRA esercita un'attrazione così irresistibile per l'umanità? Sia che si tratti della pietra d'altare o della pietra che sostenne l'Arca dell'Alleanza nel tempio di Gerusalemme o, ancora, della pietra che servì all'incoronazione del  Sacro re d'Irlanda, la pietra rimane il simbolo della presenza divina.

Non ci si dovrebbe meravigliare allora se la pietra filosofale è rappresentata da una pietra cubica a punta, soprattutto ammettendo che si tratta dell'evocazione simbolica di un principio spirituale chiamato a governare il mondo.

La punta rappresenterebbe allora l'intuizione divina e il cubo l'universo spazio-temporale a quattro dimensioni.

 

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Che cos'è veramente la pietra filosofale? Ed è vero ciò che si suppone? Ha veramente il potere di rigenerare tutto ciò che tocca?

Può favorire la trasmutazione del piombo in oro? Si tratta di un imbroglio, di una elucubrazione mentale, di un mito, di una pura astrazione?

Oppure, al contrario, si tratta di un elemento a irradiazione sconosciuta o di un'energia spirituale atta a produrre dei miracoli o, ancora, di un elisir di vita che libera dalla morte?

Questo mistero ci giunge attraverso i secoli.  Nella tradizione biblica la pietra simboleggia la SAGGEZZA e infatti   la pietra filosofale è il prodotto della Grande Alchimia e, ricordiamolo, ci furono imperatori, papi ed eminenti scienziati alchimisti che se ne occuparono, non va dimenticato neppure che l'alchimia è considerata l'antenata della moderna chimica.

Facciamo tuttavia una distinzione tra gli imbroglioni che hanno preteso di accumulare ricchezze e gli autentici alchimisti che hanno grandemente contribuito, non solo allo sviluppo della scienza moderna, ma anche a mantenere viva la fiamma dell'eterna Saggezza che ispirò la loro ricerca.

In un'opera intitolata "La nuova assemblea dei filosofi chimici" si può leggere: "Coloro che pensano che l'alchimia sia puramente di origine terrestre, minerale e metallica, si astengano dalla ricerca. Coloro che pensano che l'alchimia sia solamente un simbolismo utilizzato per svelare analogicamente il processo della realizzazione spirituale, in una parola che l'uomo sia la materia e l'athanor dell'opera, abbandoni la ricerca".

Ne consegue che l'alchimia comporta numerose sfaccettature che comprovano l'unicità della legge che governa tutte le energie che si manifestano nel mondo, dalla cristallizzazione dei minerali fino alle mutazioni animali e umane. Una legge valida sia nel mondo fisico che in quello spirituale, "ciò che si trova in basso è l'equivalente di ciò che si trova in alto e viceversa", questo è il postulato della tavola Egsmeraldina, la quale rappresenta la bibbia degli Ermetisti e dei seguaci di Thot-Hermes che sembrano averla ispirata.

Thot fu un dio metafisico dell'antico Egitto, dio, maestro prodigioso che fu chiamato Hermes dai greci, senza che gli venissero attribuiti i poteri magici del suo omologo egiziano. L'alchimia e la Cabbala  ci riportano al suo insegnamento basato sull'unità fondamentale del Cosmo.

La scienza moderna attualmente ricerca una formula che racchiuda i fenomeni dell'universo, incluso il fenomeno umano, dunque anche dello spirito e si avvicina sempre più alla concezione alchemica del passato.

Secondo i suoi sostenitori, l'alchimia è innanzitutto un'arte, "l'Art Royal" che necessita da parte dell'operatore di una pratica costante tanto sul piano fisico che sul piano spirituale, poiché la rigenerazione, risultato della Grande Opera comprende i regni minerale, vegetale e animale.

Questa arte diventa universale quando l'adepto  realizzato, ormai maestro del tempo e del suo destino, rinunciando alle proprie gratificazioni, si consacra ad aiutare  tutte le cose ad evolversi verso la perfezione finale. L'ultima tappa dell'ascesa alchemistica è il passaggio della soglia, che dal mondo profano conduce al mondo sacro, ovvero, dal corpo fisico conduce al corpo spirituale.

Avendo compiuto questo passaggio sarà possibile "senza abbandonare la propria seggiola" raggiungere le regioni che ospitano le anime immortali. Tuttavia si tratta di cercare queste regioni al di fuori e di comprendere che è possibile accedervi in uno stato che si colloca nell'eterno presente.

Un antico testo ermetico precisa che tra il corpo immortale e il corpo mortale non c'è che una differenza: l'uno è attivo, l'altro è schiavo e subisce l'impulso del primo.

 

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Essere o non essere questo è il problema, scriveva Shakespeare.

 Essere è accordare il proprio ritmo personale al ritmo della vita.  Tale è il significato attribuito da un testo sacro antico il quale rammenta  che "OGNI ESSERE CHE NASCE E OGNI COROLLA CHE SI APRE ALLA LUCE DEL SOLE MANIFESTANO IL VERBO E RINNOVANO LA PASSIONE, ATTRAVERSO LA SOFFERENZA E LA MORTE”.

Non è difficile dedurre che la resurrezione in un corpo spirituale sarà alla portata dell'iniziato all'Art Royal che ha preso coscienza della sua immortalità grazie alla magia dello Spirito, in una prospettiva di amore, in tal modo porterà a termine il ciclo della sua incarnazione.

La morte fisica, così come noi la concepiamo è legata all'idea della separazione, poiché ciò che è immortale in ognuno di noi partecipa sostanzialmente alla vita, "una", della quale tutto ciò che esiste manifesta un aspetto. Noi ci sappiamo vivi in quanto possediamo un ritmo ma, spesso, non diamo importanza al fatto che partecipiamo alla vita "una" e poniamo maggior attenzione al fatto che la nostra esistenza terrena avrà un termine. Ma la  morte fisica è un evento indispensabile che permette ad altre nostre forme più sottili di sbocciare a nuove forme di consapevolezza stabilendo un ponte tra l'eterno e l'effimero.

Abbandonarsi coscientemente al ritmo della vita è risvegliarsi a questa Realtà. Questo risveglio va al di là dell'esperienza mentale: è presa di coscienza di una verità che illumina l'essere in tutta la sua interezza. La Verità, partecipando al movimento della vita non può essere che la Verità dell'istante. Ma questo istante di verità è la leva che permette di sollevare il pesante involucro sotto il quale riposa la Pietra Filosofale.

In tal modo diventano chiare le parole del Tao:

“Nel tuo corpo, ricettacolo delle tue sensazioni

distillerai giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto,

la tua immortalità".

Un'ascesa allora si impone. Si tratta di oltrepassare le limitazioni dell'istinto e quelle intellettuali che impediscono all'individuo di volere ciò che è voluto.  Il volere si rivela come una parola chiave, poiché volere ciò che è voluto permette all'essere realizzato di unirsi alle forze creative che agiscono nel Cosmo.

L'essere realizzato che regge il centro e i quattro orizzonti o dimensioni del cubo si trasforma  allora in  "Cavaliere dello Spirito" potendo professare liberamente sotto tutti i cieli il Bello, il Bene e il Vero che rivelano Dio.

L'ascesa ha senso solo se rende l'uomo degno di affrontare il suo destino umano. L'ascesa si realizza soltanto con la presa di coscienza del Sé e comporta la privazione continua e il distacco da ogni  obiettivo che possa creare limitazioni.

L'essere guidato dal proprio Sé, vive nel presente ed esterna l'Intelligenza, libera dagli orpelli dell'ignoranza. E' sensibile e lucido, quindi cosciente e libero. Esso guarda dentro di sé, ascolta la voce della sua coscienza profonda e comprende l'essenziale senza appoggiarsi ai condizionamenti.

L'uomo lucido e libero perviene a livelli superiori di Intelligenza, egli può dirigere, focalizzare e condensare l'energia vitale che è il supporto sia dell'attività mentale che di quella fisica.

Grazie al perfetto equilibrio dei piani fisico-psichico e spirituale, la sua immaginazione creativa, la sua intuizione e le sue aspirazioni sfoceranno in una presa di coscienza più elevata. Potrà così esclamare alla maniera degli alchimisti "Ho ricevuto il dono di Dio"  che altro non è che la coscienza della durata infinita dell'eterno presente.

Avrà forse trovato la Pietra filosofale, elisir di giovinezza, panacea di tutti i mali? Avrà trovato la pietra capace di trasformare i cristalli in rubini e il quarzo in diamanti? Potrà guarire gli ammalati e trasformare il piombo in oro grazie alle virtù medicinali della pietra vantati in numerosi libri di magia?

Ascoltiamo cosa afferma Fulcanelli, famoso mago/scienziato  del passato:

“La pietra filosofale si offre a noi sottoforma di un corpo

cristallino diafano, rosso nel suo insieme, giallo

dopo la polverizzazione, denso e molto fusibile”.

Affermazione sconcertante che mostra l'apparente incompatibilità tra una materialità fisica e un aspetto puramente spirituale della Pietra. Perplessi potremmo porci la domanda: si tratterà di un catalizzatore?

- Si definisce catalisi un fenomeno per mezzo del quale si accelera una  reazione grazie ad una sostanza che non vi prende parte. I catalizzatori hanno un ruolo notevole nelle funzioni vitali. -

Poiché il mondo, a detta degli alchimisti, è un tutto vivente, l'uomo cosciente deve imitare la natura la quale perviene con estrema facilità a fenomeni eclatanti. Galline private di calcio, ad esempio, continuano a deporre uova con il suo bel guscio di calcio. Semi che germogliano in acqua sterile trasformano il calcio in potassio senza che noi sappiamo spiegarci il fenomeno.

Si potrebbe forse ipotizzare che in determinate condizioni si possa liberare un potenziale dinamico al di fuori dell'universo razionale il cui effetto potrebbe tra l'altro spiegarci i fenomeni PSI il cui mistero resta insolubile.  Non dimentichiamo l'importanza di interpretare il linguaggio fiorito e sibillino  degli alchimisti: ELISIR ad esempio significa forza vitale e universale, sia che lo Spirito sia chiamato dai greci Pneuma, dagli egiziani Ka, dai giapponesi Ki, ed Ergon dai Rosa Croce. Il termine PANACEA rivelerebbe la potenza sprigionata dall'Elisir i cui effetti benefici spiegherebbero certe guarigioni miracolose. La fede favorisce tali guarigioni, dissolvendo gli ostacoli psichici e l'impatto che esercita la forza vitale guidata dallo Spirito produce il miracolo. Poiché lo Spirito può compiere dei miracoli non è impossibile dedurre che l'uomo realizzato, canale del dinamismo vitale, possa dirigere questa sottile energia e collaborare alla Grande Opera della natura.

 

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La pietra filosofale sarebbe allora SINONIMO DI MAESTRIA DELLE FORZE OCCULTE  e, se questa abilità proviene dalla conoscenza delle leggi del ritmo vitale, dovrebbe permettere allo Spirito l'acquisizione del dominio sulla materia. Ne consegue che il miracolo, a qualsiasi livello si presenti, non può sfuggire alle leggi della natura indipendentemente da ciò che noi conosciamo di esse. A titolo di esempio va ricordato che l'intensità delle preghiere aumenta l'emanazione energetica. La preghiera quindi è un sostegno ma non il solo ed unico mezzo.

Così nel corso di un congresso il cui tema: "SCIENZA E METAFISICA" fu mostrato un documentario girato in un'università americana in cui un individuo, davanti ad un consesso di medici, riuscì a cicatrizzarsi una piaga da lui stesso procuratasi con un chiodo arrugginito. Della ferita non rimase neppure la cicatrice. Interrogato disse di non sapersi spiegare il fenomeno: - "Tutto incominciò durante la mia prigionia in un campo di concentramento, fui percosso con una frusta di acciaio. Le mie ferite si chiudevano man mano che si producevano e ciò indusse i carcerieri, spaventati, a liberarmi. Non saprei dire cosa accadde." - proseguì: "E' al mio corpo che chiedo lo sforzo che provoca il risultato che avete constatato. Egli ascolta la mia richiesta dettata dall'AMORE CHE GLI  PORTO."

Affetto e amore sottintendono l'accordo armonioso della volontà personale e della volontà del sè vibranti al'unisono con l'anima del mondo. Questa ammissione ci porta alla terza parola guida o dimensione del cubo, COMPRENDERE. Camminare su braci ardenti senza bruciarsi è un fatto di cui molti hanno reso testimonianza. Nel Tibet alcuni iniziati che praticano il GTUM-MO sono in grado di mantenere stabile la temperatura corporea pur facendo il bagno a meno 30° e questo non è che un esempio

La pietra filosofale sarebbe quindi la maestria e la capacità di sublimazione universale che porta a superare la soglia che conduce da uno stato di coscienza ad un altro, nel quale è il proprio Sè a provocare l'azione.

Riassumendo si potrebbe affermare che la pietra filosofale è conoscenza di se stessi e, allora, conoscenza di ciò che può essere conosciuto, poiché l'inconscio umano comprende la quintessenza di tutte le esperienze fatte nel corso di un lungo, lunghissimo passato. Sondare le profondità metafisiche dell'inconscio , secondo l'antica scuola dell'alchimia spirituale, è consentito solo all'adepto che ha fatto suo l'insegnamento delle quattro parole chiave.

 

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La quarta parola implica il SILENZIO.  Il silenzio interiore, l'arte del tacere. Quando le parole sono inutili e non generano che sterili discussioni.

L'uomo prigioniero del proprio intelletto non ammette che possa esistere una dimensione dell'universo che la sua ragione non riesca ad esplorare e allora respinge ciò che teme di non poter scoprire ma se consideriamo che visibile e invisibile sono due poli del nostro mondo, scienza e metafisica non possono che  completarsi  e mescolarsi.

Pietra filosofale: mito o realtà? ciascuno nella propria anima  può dare una risposta a questa domanda, cecando di capire che il mito non è che la trasposizione della lotta interiore dell'uomo e che rivela la sua profonda aspirazione a dominare il mondo tramite una comprensione che rifiuta la ragione.